Il film documentario è uno dei generi attualmente più apprezzati al cinema. È riuscito a evolversi nel tempo e passare da mera raccolta di pezzi di repertorio a pellicole emozionanti capaci di raccontare personaggi e ambientazioni con estremo realismo. Negli ultimi decenni la produzione di film documentari è notevolmente cresciuta, anche grazie al ricorso di attrezzature sempre più all’avanguardia e tecnologiche.
Film documentario: un po’ di storia
Nel film documentario generalmente la realtà, i racconti e gli ambienti non sono finzioni ma autentici. La messa in scena dunque risulta quasi completamente esclusa anche se viene decisa dal regista, rappresentando pertanto pur sempre una visione soggettiva.
In principio il documentario aveva come scopo di filmare nuovi popoli e posti lontani.
Ad inizio del Novecento un ruolo di primo piano al riguardo fu svolto da Albert Kahn, un magnate francese che decise di assumere alle sue dipendenze numerosi fotografi e cineoperatori, per descrivere dettagliatamente luoghi e girare filmati in diverse località del mondo. Una serie di preziosi scatti conservati tutt’oggi presso il Museo Albert Kahn di Parigi.
Fra i primi documentaristi storici di inizio secolo del nostro paese sicuramente Luca Comerio, già a quei tempi massimo esperto di reportage di guerra e di località di difficile accesso. All’interno della raccolta “Dal Polo all’Equatore” è possibile trovare alcune delle sue realizzazioni, fra cui segnaliamo la spedizione in Africa datata 1910.
Un ruolo di primo piano ebbe anche Roberto Omegna, considerato il fondatore del documentario scientifico e celebre per aver ottenuto, agli inizi del secolo scorso, una serie di autorevoli riconoscimenti per la pubblicazione di un approfondito studio sulle farfalle con annesso filmato.
Nei decenni a seguire furono molteplici i registi e gli autori che decisero di occuparsi di questo genere, sempre più apprezzato dallo spettatore. Robert J. Flaherty è ritenuto il fondatore di quella che viene definita come la “docu-fiction”, in cui la realtà viene in minima parte alterata. “Nanook of the North” è l’opera con cui Flaherty raccontò come viveva la famiglia eschimese di Nanook. Le persone filmate interpretavano loro stesse anche se alcune scene vennero concordate con il regista.
Uno dei più grandi documentaristi narrativi della prima parte del Novecento fu senz’altro Jean Epstein, autore nel 1923 di un appassionante filmato sull’eruzione del vulcano dell’Etna. Coinvolgente anche la sua opera “Finis Terrae” in cui raccontò la dura vita dei pescatori bretoni.
Bisogna invece attendere il periodo della Seconda Guerra Mondiale per giungere al moderno documentario.
Il progresso tecnologico e l’utilizzo di macchine da ripresa sempre più evolute fu la principale causa della trasformazione di questo genere, sempre più frequentemente trasmesso anche in televisione.
Nacquero così i primi Reportage, le inchieste, le esplorazioni, con una serie di nomi divenuti nel tempo particolarmente illustri in campo internazionale, come Jaques-Yves Cousteau e David Frederick Attenborough. In Italia la diffusione del documentario televisivo fu opera principalmente del noto giornalista Piero Angela.
Al giorno d’oggi i film documentari vengono prodotti dalle reti televisive e poi distribuiti su canali tematici come National Geographic, Discovery Channel, History.
In questi ultimi anni ha riscosso un particolare successo sui network tv anche la tipologia del “docu-drama”, un documentario drammatico interpretato da attori, in cui si raccontano e mostrano in video ricostruzioni di una serie di misfatti, per rendere più partecipe lo spettatore.
Film documentario: alcuni dei migliori
Negli ultimi tempi sono stati girati molteplici film documentari, alcuni dei quali particolarmente apprezzati dal pubblico e dalla critica.
Ecco alcuni entrati di diritto nella storia di questo genere:
“Super Size Me”: un documentario del 2004 di Morgan Spurlock. Tende a spiegare quali sono i danni provocati dai fast food, un test per dimostrare come hamburger e patatine fritte non sono per nulla un toccasana per la salute dell’uomo.
“Searching for Sugar Man”: risale al 2012 e racconta la vita del cantautore statunitense Sixto Rodriguez che, dopo essere diventato una stella della musica americana, sparì rapidamente dalle scene e tornò a lavorare in fabbrica. Il suo nome in Sud Africa però non fu mai dimenticato.
“Grizzly Man” (2005): Timothy Treadwell trascorse in Alaska le estati dal 1990 al 2003 con gli orsi grizzly. Salvarli era il suo scopo di vita. Un documentario girato dal regista tedesco Werner Herzog dopo che nell’ottobre del 2003 lo stesso Timothy e la sua fidanzata vennero uccisi proprio dai “fidati” orsi.
“La marcia dei pinguini” (2005): documentario francese in cui viene filmata la vita del pinguino imperatore.
“Fuocoammare” (2016): diretto da Gianfranco Rosi, il protagonista è Samuele, un ragazzino di Lampedusa, con sullo sfondo il dramma dei migranti. Vincitore dell’Orso d’oro, in qualità di miglior film, al Festival di Berlino.
“Fahrenheit 9/11”: opera del 2004 diretta dal celebre Michael Moore, una inchiesta sulle bugie di George W. Bush e del suo entourage.
“Pina” (2011): un documentario firmato da Wim Wenders in cui viene raccontata la vita di Pina Bausch, coreografa di caratura internazionale.
“Inside Job”: una pellicola del 2010 che ha come protagonista l’Islanda e lo scoppio della bolla speculativa delle banche che provocò una profonda crisi nel paese.
Bowling a Columbine (2002): una ulteriore opera di successo firmata da Michael Moore, nella quale viene trattato il delicato tema della detenzione delle armi negli Stati Uniti dopo il massacro avvenuto nel 1999 alla Columbine High School.
Man on Wire (2008): James Marsh ripercorre l’incredibile impresa di Philippe Petit, acrobata che nel 1974 fu capace di camminare su una fune tra le Torri Gemelle del World Trade Center di New York.
“Amy” (2015): le scene di vita della cantante Amy Winehouse, deceduta per arresto cardiaco a soli 27 anni a seguito di un mix di droga e alcol. Asif Kapadia mostra i video ed i filmati privati della piccola Amy, quando ancora non era una stella della musica internazionale.